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“Signore da chi andremo? Tu solo hai parole di vita eterna” (Gv.6,68).

Ancora una volta le parole di San Pietro sembrano adattarsi perfettamente a questo tempo, perché a causa della dalla Pandemia c’è tanto buio nella vita sociale e comunitaria, per cui l’unica certezza sono le parole immutabili di Gesù nel suo Vangelo.

Noi, come figli spirituali di San Pio da Pietrelcina, dobbiamo reagire intensificando la preghiera specialmente con il Rosario, per non cadere vittime dell’antico nemico di Dio e dell’uomo, che in questo caos trova l’alimento preferito della divisione per allontanare le anime dal giusto cammino verso la salvezza eterna.

Più intensa si fa la battaglia e più forte occorre rispondere con le armi di cui si nutriva il Santo di Pietrelcina: Eucaristia, preghiera con il Rosario, unito il tutto da umiltà e amore alla Vergine Santissima, la Regina di tutte le vittorie, che alla fine schiaccerà la testa del serpente e di tutti i suoi adoratori.

L’amore, l’unione al Sacro Cuore di Gesù è la forza che alimenta la speranza, virtù cristiana per vivere questi momenti, queste prove come alimento per una rinnovata fede nel Cristo morto e Risorto e lasciare il buio in cui l’umanità rischia di cadere se non ritorna al suo Dio Creatore e Signore.

Questa società pretende di costruire un mondo senza Dio, l’uomo confida sempre più in in se stesso, e nella scienza, trascurando il mondo interiore della sua anima e il vuoto che ne deriva, nessuna realtà riuscirà mai a colmare.

Ecco che il costante invito a rinnovarsi attraverso la preghiera trova in San Donato un luogo dove davvero l’anima può ritrovare la gioia, la serenità nell’abbandono alla volontà suprema del suo Dio che è Amore, pace e giustizia infinita.

Oggi 24 settembre, siamo riuniti con il gruppo di preghiera, dopo che ieri abbiamo ricordato e festeggiato il Beato Transito del nostro Padre Pio; due giorni di grazia, in cui sembra che il Cielo si unisca alla terra, inondandola di luce, una luce interiore dovuta allo Spirito Santo, che abita nelle anime in grazia e porta con se quella freschezza spirituale che dona gioia e speranza anche in questo periodo di buio e di tristezze.

Pregare a San Donato , ho ripetuto altre volte, è una grazia particolare e speciale, perché qui regna la Regina del Rosario e del Roseto Perpetuo incoronata da don Mario il primo febbraio 1970 e successivamente con una corona tutta d’oro e con lo scettro, perché Lei è la Padrona di questo luogo e le grazie passano tutte attraverso la sua intercessione al Figlio e alla Santissima Trinità in cui è stata immersa sin dal concepimento del Bambino Gesù, per volontà divina.

L’apostolo di questa chiesa, di questo Santuario a Lei dedicato é Don Mario Boretti, legato a San Pio da un grande affetto e amore, nonché come figlio spirituale, tanto da dire più volte che dopo San Donato, il luogo preferito è San Giovanni Rotondo e il suo legame con il Frate santo.

Qui si prega in unione di anime, perché quanto più il mondo sembra allontanarsi dai veri valori della fede, tanto più occorre unirsi per formare una catena di anime che pregano per arginare l’ateismo dilagante, la ricerca sfrenata dei beni terreni, tenendo presente che ogni giorno che passa ci avvicina sempre più al momento della verità, quando dovremo rendere conto del bene e del male compiuto.

Speriamo, diceva don Mario, che in quel momento il Signore non ci trovi scarsi di opere buone, ma forti invece nella Carità e nell’amore al Cristo Crocifisso.
Infatti don Cristian all’omelia ha esordito con una domanda molto attinente per questi tempi:” Chi è Gesù per noi, e chi è stato Gesù per Padre Pio:” Tutto”, perché il suo cuore non dava spazio al nemico, che si presentava in maniera seducente e in maniera da convincere di avere sempre ragione, e di credere di conoscere Dio.

Padre Pio ha conosciuto Gesù nel suo cuore, nella sua vita, perché il suo cuore era tutto di Gesù, essendo libero da ogni forma di malizia ed egoismo. Ha combattuto la buona battaglia quotidiana contro le mistificazioni e tentazioni dell’egoismo e del nemico.

Noi che siamo alla sua scuola, dobbiamo guardare a Padre Pio in questo senso, e non semplicemente per invocarlo e chiedere grazie, la grazia da chiedere è quella di aver un cuore simile al suo, perché il suo cuore era stato trasformato dalla grazia di Dio nel cuore stesso di Gesù, anche attraverso il fenomeno mistico della transverberazione, e nell’avere portato nella sua carne per 50 anni le stimmate, con una perdita continua di sangue, che senza questa grazia, non avrebbe potuto sopravvivere.

Allora la domanda deve essere rivolta anche a noi: chi è Gesù per noi?, per Padre Pio era tutto era il suo respiro, il suo cuore, il suo sguardo, tutti i suoi pensieri.
Don Cristian ha poi raccontato di avere trovato un nastro dove don Mario si incontra con altri figli spirituali di Padre Pio come Giovanni Bardazzi, la Demarista, ed altri, i quali dopo essere stati a San Giovanni Rotondo si trovavano a San Donato per scambiarsi le emozioni dell’incontro con Padre Pio.

Ecco, ha proseguito don Cristian, noi abbiamo la grazia di stare in un posto dove sono accadute tante belle cose, e dobbiamo essere grati e farne tesoro, e non perdere tempo in cose inutili.
Tenere sempre nella mente il cuore di Gesù che desidera l’unione e la partecipazione al suo Corpo mistico che è la Chiesa e la salvezza del mondo nel cammino di speranza per uscire al più presto da questa pandemia, confidando nei Sacratissimi Cuori di Gesù e di Maria, ripetendo: Signore, Tu solo hai parole di vita eterna.

Ad Jesum per Maria

Direttore spirituale: Don Cristian Meriggi

Capogruppo e segretario: Marco Simonatti