Saluto agli amici di San Donato – Natale 2019
Un grazie a tutti coloro, parrocchiani e volontari, cavalieri e pellegrini
che nella loro semplicità generosa
hanno a cuore e si prendono cura di questo luogo santo
Carissimi,
anche quest’anno è arrivato il Natale.
Pieno di luci, colori e … rumori.
Attenti nelle svariate distrazioni, corriamo il rischio di vivere un Natale svuotato del Natale.
Gesù rinnova la sua venuta e noi, distratti, vediamo solo le luci e i colori degli addobbi.
L’ansia delle ansie che portiamo dentro rischia di farci perdere la sapienza del silenzio suonante di questo giorno, di questo tempo di Natale.
Cosa è rimasto di quel Natale antico, del primo Natale di Nostro Signore?
C’era, in quel tempo, una grotta, una mangiatoia, il tetto di stelle e poveri pastori pascolanti, che accorrevano nel buio di una notte illuminata da una stella speciale.
C’erano i magi, che da lontano, seguendo un’interiore ispirazione, hanno camminato notte e giorno per arrivare a quella grotta.
C’era rifiuto, sospetto e persecuzione…
Bambino, nato per riparare la guasta umanità.
Fanciullo luminoso osteggiato dal tenebroso potere di questo mondo.
Vittima-dono, che si offriva per contrastare il buio della vorace superbia.
Insomma, povertà, umiltà, nascondimento, amore e rifiuto hanno accompagnato questa Santa Famiglia sin dall’inizio.
E oggi? Cosa può dire a noi, piccolo bambino divino?
Che cosa porta in se questa tua e nostra festa?
Il capovolgimento di prospettiva, lo stravolgimento della logica del mondo dove i più forti sono i primi e i più deboli gli ultimi… dove chi ha prende e chi non ha perde.
Il Re dei re, il Signore dei Signori insegna un universo di cose, che sono originate tutte da una sola infinita potenza divina: l’Amore indiviso, creativo e gratuito della Santissima Trinità.
Ciascuno di noi si può rispecchiare e soprattutto ritrovare in questo Bambino, che nell’umiltà della sua scelta ci insegna a decentrarsi, a fuggire l’affanno dell’io, ad abbandonare ogni forma di giudizio spietato dell’orgoglio sull’Altro, su gli altri e su se stessi.
Verbo di Dio, Gesù, Signore mio, che ti arrendi all’umanità per insegnare anche a noi ad arrenderci a te; abbi misericordia di noi.
Verbo di Dio, Gesù, Mio tutto, che ti abbandoni tra le braccia di Maria come oggi continui quest’abbandonarti nell’Eucarestia, per insegnarci ad abbandonarci a Te e alla Tua volontà; abbi misericordia di noi.
Verbo di Dio, Gesù, mio scudo e rifugio, che ti nascondi ed entri nella storia attraverso la fragilità e la debolezza di un bambino, per insegnare a noi la forza dell’umiltà; abbi misericordia di noi e del mondo intero.
Verbo di Dio Incarnato, Gesù, vera luce del mondo, sapienza e sapore di tutte le cose, vieni ed abita nei nostri cuori, nelle solitudini che accompagnano i nostri giorni e conduci tutti nel mistero d’infinito amore del Padre.
Vostro don Cristian