4.Valori dello Scapolare
1) Primo valore: la “consacrazione”
Lo Scapolare del Carmine è sintesi di molti, anzi di tutti i più sicuri valori della pietà dei fedeli verso Maria. Il primo è la “consacrazione”.
È quella che Maria stessa fa dei suoi figli, vestendoli e segnandoli in modo speciale come appartenenti a lei.
Il primo Santo che esprime in termini chiari l’offerta totale di sè alla Vergine è il grande vescovo predicatore-teologo Giovanni Damasceno (+ 749), nel quale si riassume l’insegnamento circa Maria di tutti i precedenti “Padri” della Chiesa: “Anche noi oggi ci presentiamo a Te, o Sovrana, sì, dico, o Sovrana Madre di Dio e Vergine: noi consacriamo a Te mente, anima, corpo, tutto il nostro essere… ” Chi porta lo Scapolare del Carmine pensa esattamente in tali termini. E tutti i più grandi Maestri dell’Ordine (S. Teresa d’Avila, S. Giovanni della Croce, S. Teresina…) lo ripeteranno continuamente.
2) Secondo valore: “consegna di sè” a Maria
È legato alla consacrazione, e significa quello che il devoto fa da parse sua.
Da notare che tale consegna viene dalla mentalità medioevale, allorché un uomo, pur essendo libero e non già schiavo (né servo della gleba), sentendosi però poco sicuro nei propri affari, si presentava, con una corda al collo, ad un signore medioevale e si impegnava di stare al suo servizio (obsequium) pur di averne protezione.
Molte volte questo gesto era fatto di padre in figlio. Su questa base culturale, ecco spuntare nei secc. X-X1 delle bellissime preghiere in cui tanti devoti esprimono l’affidamento, il dono di sé, la dedizione completa, il senso di servizio alla Madonna,loro Signora.
Una preghiera che risale a Fulberto di Chartres (+1028) contiene innanzitutto un chiaro riferimento alla consacrazione battesimale e poi mostra che da Gesù stesso (come avvenne sul Golgata) l’orante è stato affidato a Maria.
“Ricordati, Signora, che nel battesimo sono stato consacrato al Signore e ho professato con la mia bocca il nome cristiano. Purtroppo non ho osservato quanto ho promesso.
Tuttavia sono stato consegnato e affidato a te dal mio Signore Dio vivo e vero.
Salvami ora!,” Evidentemente lo Scapolare riprende fortemente questo sospiro filiale e lo proclama in maniera tutta particolare. La diffusione dello Scapolare, presso gente umile e anche presso gente di rango e di cultura, mostra che questo valore era sentito in modo vasto.
Sentirsi protetti è uno dei bisogni più profondi e veri dell’uomo, così fragile ed esposto al male e così desideroso di amore e verità. E Maria è li, con lo Scapolare, a garantire il credente che il Vangelo, con il famoso “Donna, ecco tuo figlio!”, continua nel tempo.
3) Terzo valore: “intimità familiare” con Maria
Quando gli eremiti del Monte Carmelo, nel secolo XIII, “dedicarono” la loro chiesetta alla Madonna, essi, che volevano contemporaneamente essere alla “sequela” o al “servizio” del Signore Gesù, sanzionarono con la professione religiosa e quindi con un giuramento santo la loro scelta. La conseguenza fu, come per altro presso tutti i Medicanti, di appartenere solamente a Cristo: e quindi a nessun altro, neppure a se stessi; e di appartenervi – ecco l’aspetto tipico del Carmelo – attraverso uno “stare presso” o un “abitare in case” di Maria (la chiesetta era una replica della casa della Madonna nella vicina Nazareth).
Quando nel 1479 Amoldo Bostio compose il De patronatu et patrocinio presentò Maria appunto come Madre-Sorella, sganciandola così dal modulo feudale della “Signora” e sottolineando la rerogativa della intimità del carmelitano “fratello” della Vergine. Lo Scapolare ha sempre voluto dire in modo tangibile proprio questo, tanto ai Frati consacrati con voti come a fedeli comuni rivestiti dell’ “abito di Maria”.