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8. Magistero della Chiesa e santo Scapolare

1) “Nessuno ignora…” (Pio XII, 1950)

Certamente nessuno ignora quanto ad avvivare la fede cattolica e ad emendare i costumi conferisca l’amore verso la Beatissima Madre di Dio, specialmente attraverso quelle espressioni devozionali con cui, a preferenza di altre, sembra che le menti si arricchiscano di dottrina soprannaturale e gli animi siano sollecitati al culto della cristiana virtù. Tra queste va ricordata in primo luogo la devozione del sacro Scapolare dei Carmelitani perché, adattandosi, per la sua semplicità, all’indole di ogni persona, è larghissimamente diffusa tra i fedeli cristiani, portando ricchi frutti spirituali (…)

Per il nostro costante amore verso l’Alma Madre di Dio e per la Nostra aggregazione, sin dalla prima età, alla Confraternita dello stesso Scapolare, raccomandiamo di gran cuore questa pia iniziativa ed auspichiamo ad essa una grande abbondanza di favori.
Perché non si tratta di cosa di poco conto, ma dell’acquisto della vita eterna in virtù della tradizionale promessa della Beatissima Vergine; si tratta infatti dell’impresa più importante e del modo sicuro di attuarla.

Il sacro Scapolare come veste mariana è certamente segno e garanzia della protezione della Madre di Dio; ma, coloro che lo indossano, non pensino di poter conseguire la vita eterna vivendo nella pigrizia e nell’ignavia spirituali; difatti l’Apostolo ammonisce: “Operate la vostra salvezza con timore e con tremore” (Fil, 11, 12).

Pertanto, i Carmelitani tutti che, sia nei chiostri del primo e del secondo Ordine, sia nel Terz’Ordine regolare e secolare, sia nelle Confraternite, appartengono, per un particolare vincolo d’amore, alla medesima famiglia della Beatissima Madre, abbiano nel segno e ricordo della stessa Vergine lo specchio dell’umiltà e della castità; abbiano, nella ingenua struttura della veste, un compendio di modestia e di semplicità; abbiano soprattutto nella veste che indossano giorno e notte, in eloquente espressione simbolica, le preghiere con cui invocano l’aiuto divino; abbiano infine in essa quella consacrazione al Sacratissimo Cuore della Vergine Immacolata che recentemente e vivamente abbia raccomandata.

2) Maria: superiore a noi, ma vicina a noi (Vaticano II, Lumen gentium, 52-53)

“Egli per noi uomini e per la nostra salvezza è disceso dal cielo e si incarnò per opera celio Spirito Santo da Maria Vergine “.
Questo divino mistero di salvezza ci è rivelato ed è continuato nella Chiesa, che il Signore ha costituita quale suo corpo e nella quale i fedeli che aderiscono a Cristo Capo e sono in comunione con tutti i suoi santi, devono pure venerare la memoria “innanzi tutto della gloriosa sempre Vergine Maria, Madre di Dio e Signore nostro Gesù Cristo”.

Redenta in modo sublime in vista dei meriti del Figlio suo e a Lui unita da uno stretto indissolubile vincolo, è insignita nel sommo officio e dignità di Madre del Figlio di Dio, e perciò figlia prediletta del Padre e tempio dello Spirito Santo; per il quale dono di grazia esimia precede di gran lunga tutte le altre creature, celesti e terrestri.
Insieme, però è congiunta nella stirpe di Adamo con tutti gli uomini bisognosi di salvezza.

3) La “Flos Carmeli”: bellezza di tutte le virtù (Giovanni Paolo Il, 1988)

Nel mese di luglio celebriamo il ricordo della Beata Vergine Maria del Monte Carmelo, tanto cara alla pietà del popolo cristiano in tutto il mondo, e legata in modo speciale alla vita della grande famiglia religiosa carmelitana.
Il pensiero va alla sacra montagna del Carmelo, che nel mondo biblico è sempre considerata come simbolo di grazia, di benedizione e di bellezza.

Su quella montagna i Carmelitani dedicarono alla Vergine Madre di Dio, “Flos Carmeli”, che possiede la bellezza di tutte le virtù, la loro prima chiesa, esprimendo così la propria volontà di affidarsi completamente a Lei e di legare indissolubilmente il proprio servizio a Maria con quello “in ossequio a Cristo” (cfr. Regola carmelitana, prologo).
I grandi mistici carmelitani hanno inteso l’esperienza di Dio nella propria vita come un “cammino di perfezione ” (S. Teresa di Gesù), come una “salita del Monte Carmelo” (S. Giovanni della Croce).

In questo itinerario è presente Maria.
Ella – invocata dai Carmelitani come Madre, Patrona e Sorella – diviene, in quanto Vergine purissima, modello del contemplativo, sensibile all’ascolto e alla meditazione della Parola di Dio e obbediente alla volontà del Padre per mezzo di Cristo nello Spirito Santo.

Per questo nel Carmelo, e in ogni anima profondamente carmelitana, fiorisce una vita d’intensa comunione e familiarità con la Vergine Santa, quale “nuova maniera” di vivere per Dio e di continuare qui in terra l’amore del Figlio Gesù alla sua Madre Maria.
Una particolare grazia della Madonna verso i Carmelitani, ricordata da una veneranda tradizione legata a S. Simone Stock, si è irradiata nel popolo cristiano con tanti frutti spirituali.

È lo Scapolare del Carmine, mezzo di affiliazione all’Ordine del Carmelo per condividere i benefici spirituali, e veicolo di tenera e filiale devozione mariana.
Mediante lo Scapolare i devoti della Madonna del Carmine esprimono la volontà di plasmare la loro esistenza sugli esempi di Maria – la Madre, la Patrona, la Sorella, la Vergine Purissima, accogliendo con cuore purificato la Parola di Dio e dedicandosi al servizio dei fratelli.