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9. Preghiere e riflessioni mariane del Carmelo

“Flos Canneli ” (Fior del Carmelo): Antica Lauda
1) Fior del Carmelo, vite fiorente: luce del cielo, sei tu soltanto Vergine Madre.
2) O Madre mite e intemerata, ai figli tuoi sii propizia, Stella del mare.
3) Ceppo di Jesse che doni il Fiore, a noi concedi di rimanere con te per sempre.
4) Giglio sbocciato tra acute spine, conserva puri i nostri cuori e dona aiuto.
5) Forte armatura, là dove infuria la dura lotta offri a difesa lo Scapolare.
6) Per noi incerti tu sei la guida; a noi provati concedi ognora consolazione.
7) O dolce Madre, Signora nostra: colma del gaudio di cui sei piena i figli tuoi.
8) O chiave e porta del Paradiso, fa’ che giungiamo dove di gloria sei coronata.
Amen.

Mi fece tutta sua” (S. Teresa di Gesù).
Ricordo che quando morì mia madre, avevo poco meno di dodici anni.
Appena compresi la gran predita subita, mi portai tutta afflitta ai piedi di una statua della Madonna e la supplicai con molte lacrime di volermi fare da madre.
Mi sembra che questa preghiera, fatta con tanta semplicità, sia stata favorevolmente accolta, perché non vi fu cosa in cui mi sia raccomandata a questa Vergine Sovrana senza che ne venissi subito esaudita.

Ella, infine, mi fece tutta sua. (Vita, 1.7).
E voi, figliuole mie, che pure portate l’abito della Vergine, ringraziate Iddio di essere le vere figlie di questa Signora… Imitatela, considerate la grandezza e il vantaggio che abbiamo nell’averla come Patrona (Castello, 111, 1,3).

La gloriosissima Vergine (S. Giovanni della Croce).
Chi ama con discrezione, non si cura di domandare ciò che gli manca e desidera, ma manifesta solamente il suo bisogno, affinché il Diletto da parte sua disponga a suo piacimento.
Così fece la Vergine benedetta nelle nozze di Cana in Galilea, dove rivolgendosi al suo amato Figlio; non gli chiese direttamente il vino per i convitati, ma gli disse semplicemente: “Non hanno più vino “.

“Come avrei parlalo bene di lei!” (S. Teresa del B. Gesù).
O come avrei voluto essere sacerdote per parlare della vergine Maria! Mi sembra che una sola volta mi sarebbe bastata per far comprendere il mio pensiero a suo riguardo.
Avrei cominciato col dimostrare fino a qual punto la vita della Santa Vergine è poco conosciuta.
Non bisognerebbe dire di Lei cose inverosimili o che non si conoscono.

Affinché un discorso sulla Santa Vergine porti frutto, bisogna che riferisca la sua vita reale, tale quale il Vangelo la fa intravredere, e non la sua vita supposta; e s’intuisce bene che la sua vita reale, a Nazareth come anche dopo, doveva essere del tutto ordinaria…
Egli era loro soggetto.
Come è semplice!

Si fa apparire la Santa Vergine inaccessibile, mentre bisognerebbe mostrarla imitabile, nella’ pratica di virtù nascoste; si sa bene che la Santa Vergine è la Regina del Cielo e della terra, ma ella è più madre che regina, e non bisognerebbe far credere (come spesso ho inteso dire) che a causa delle sue prerogative ella eclissa la gloria di tutti i Santi, come il sole, al suo sorgere, fa sparire le stelle.
Mio Dio, che cosa strana! Una madre che fa sparire la gloria dei suoi figli! Io penso tutto il contrario, io credo ch’essa aumenterà molto lo splendore degli eletti.

È bene parlare delle sue prerogative, ma non bisogna limitarsi a ciò.
Bisogna farla amare. Se ascoltando un discorso sulla Santa Vergine, si è costretti dal principio alla fine ad esclamare tra sè e dire: “Ah!… Ah!… ” ci si stanca, e non si è portati all’amore e all’imitazione.

E chi sa se qualche anima non giungerà a provare perfino una certa lontananza per una creatura talmente superiore?… Maria: amore come servizio (S. Edith Stein).
Se vogliamo considerare il quadro della sposa e della madre nel suo sviluppo più genuino, dobbiamo contemplare l’Immacolata. Al centro della sua vita sta suo fglio.
Ella attende la sua nascita in beata serenità, protegge la sua fanciullezza, lo segue nella sua via, vicino o lontano, come egli lo desidera; lo sorregge morto fra le sue braccia; esegue il suo testamento dopo la sua dipartita. Ma tutto ciò ella lo compie non come cosa propria: è l’ancella del Signore e adempie ciò cui da Dio è stata chiamata.

Consideriamo la Madre di Dio come sposa: una fiducia silenziosa, immensa, che si aspetta a sua volta una fiducia immensa; obbedienza tacita; compartecipazione fedele, ovvia al dolore; e tutto ciò in piena adesione all’ordine di Dio che le ha dato un uomo come difesa terrena e capo visibile. (…)

Preghiera alla Madonna del Carmelo (per ogni rivestito dello Scapolare):

O Madre del Carmelo, che ci doni la veste dello Scapolare, Tu ti esprimi e quasi ti identifichi con questo tuo umile “segno” di protezione.
Madre, con questo abito santo Tu abolisci ogni distinzione di persone: esso è per tutti e senza alcun limite. Tu doni un distintivo tuo, non nostro. Doni un segno d’invincibile difesa per ogni tuo figlio.

Tu presti la tua amabile attenzione di Serva del Signore verso noi peccatori ostinati.
Ti costituisci come richiamo continuo della nostra dignità di figli di Dio, cui è stata data la veste battesimale della Grazia; e ci aiuti a mantenerla intatta o almeno a ripulirla.

Nello Scapolare poni tutta la tua tenerezza umana di Madre del Verbo fatto Carne e tutta la tua carità divina di prima “ancella”e “discepola” di Cristo.
Hai stabilito con noi qn patto di salvezza, impegnando la tua opera di Mediatrice se noi appena ci impegniamo a confidare in Te e a tenerti per Madre nostra.

Madre e Signora del Carmelo, difendeci con la tua veste come con una nuava armatura, poiché la guerra contro il nostro spirito infuria sempre più.
E donaci di raggiungerti in Cielo, dove sei coronata di gloria da Dio-Trinità. Amen.
(Arnoldo Bostio, carmelitano, 1475-1525)

Benedizione e imposizione dello Scapolare

Il Sacerdote, rivestito di cotta e stola bianca (o almeno stola) dice:
V Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.
R. Amen.

V Il Signore sia con voi
R. E con il tuo spirito.

Preghiamo Signore Gesù Cristo, Salvatore del genere umano, benedici questo Abito che il tuo figlio (la tua figlia) si appresta a indossare devotamente a prova del suo amore, a Te e alla tua Madre, la Beata Vergine Maria dei Monte Carmelo; fa’ che per l’intercessione della stessa tua Madre, difeso (difesa) dal potere diabolico, perseveri nella tua grazia fino alla morte. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.
R. Amen

Il Sacerdote asperge lo Scapolare con l’acqua benedetta e lo consegna al fedele dicendo: Prendi questo abito benedetto e prega la Vergine Santissima perché, per i suoi meriti, ti conceda di portarlo senza macchia, ti difenda da ogni avversità e ti conduca alla vita eterna
R. Amen

E prosegue: Per le facoltà che mi sono state concesse, ti rendo partecipe di tutti i beni spirituali che per la misericordia di Gesù Cristo sono compiuti dai religiosi Carmelitani: nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
R. Amen

Ti benedica Dio Onnipotente e Creatore del cielo e della terra, che si è degnato di ammetterti nella Confraternita della Beata Vergine Maria del Monte Carmelo – Preghiamo la Vergine Santa perché nell’ora della tua morte schiacci il capo del Maligno e ti faccia conseguire la palma del trionfo e la corona dell’eterna eredità.
R. Amen

Infine il Sacerdote asperge il fedele con l’acqua benedetta e intona una preghiera mariana (L’Ave Maria, La Salve Regina, il “Sub tuum praesidium”, il “Memorare”, il “FlosCarmeli”.

Arnaldo Pigna

Quando il cuore prega

Scuola di orazione teresiana

Teresa di Gesù nacque ad Avila (Spagna). A venti anni fugge da casa e chiede l’abito nel Monastero carmelitano dell’Incarnazione. Nel 1562, spinta dal bisogno di una vita di maggiore radicalità evangelica, dà inizio alla riforma del ramo femminile del Carmelo nel piccolo Monastero di S. Giuseppe in Avila. La sua passione missionaria la porta a progettare la fondazione di conventi di frati che siano impegnati anche nell’apostolato attivo.
Da lei ispirato Giovanni della Croce fonderà a Duruelo il primo Convento degli Scalzi.
Così il nuovo Carmelo, che da questo momento sarà “teresiano”, inizia la sua storia.

Nella Chiesa, oltre che come Fondatrice e Santa, ha lasciato una traccia indelebile soprattutto come maestra spirituale. I suoi scritti hanno costituito un sicuro e fisso punto di riferimento per tutti coloro che hanno voluto studiare e praticare i cammini di preghiera fino ai vertici più sublimi. Paolo VI, nel 1970, dichiarava Teresa, prima fra le donne, Dottore della Chiesa universale, resentandola come portatrice di un “messaggio perenne e presente: il messaggio dell’orazione”.

Teresa considera l’orazione come asse portante della vita spirituale e stabilisce il fondamento teologico di questa affermazione, definendola come espressione privilegiata del precetto fondamentale.
“L’orazione mentale non è altro, per me, che un intimo rapporto d’amicizia, un frequente trattenimento da solo a solo con Colui dal quale sappiamo di essere amati”.
Prima di lasciar parlare la Santa, in una selezione di suoi scritti sull’orazione, l’Autore presenta una breve sintesi del pensiero teresiano, per quanto riguarda le prime tappe del cammino dell’orazione e le disposizioni necessarie per intraprenderlo e proseguirlo in futuro, offrendo, così, un vero cammino di preghiera.