Fondazione
Il Gruppo di Preghiera di Padre Pio è stato fondato da don Mario Boretti, figlio spirituale di Padre Pio il 2 gennaio 1999 ed è stato riconosciuto ufficialmente dalla Fondazione di Religione e di Culto, “Casa Sollievo della Sofferenza”, Opera di Padre Pio da Pietrelcina, Centro Gruppi di Preghiera di San Giovanni Rotondo.
Il Certificato di Origine di nuovo gruppo di preghiera è con benestare dell’Ordinario Diocesana l’allora S.E. Cardinale Arcivescovo Silvano Piovanelli.
Il Gruppo di Preghiera si riunisce l’ultimo venerdì del mese alle ore 21,30 per la Santa Messa, preceduta dal rosario con inizio alle ore 21,00.
All’atto della fondazione il gruppo di preghiera contava 223 iscritti, alla data del 1 dicembre 2016 conta 1.945 iscritti.
Direttore Spirituale: Don Cristian Meriggi
Capo gruppo e segretario: Simonatti Marco
Vice capo gruppo: Carraresi Enrico
Referente Web: Simonatti Valerio
Scopo della formazione dei gruppi di preghiera
I Gruppi si propongono di seguire i principi generali della spiritualità francescana di Padre Pio:
Adesione piena e incondizionata alla dottrina della Chiesa Cattolica, guidata dal Papa e dai Vescovi.
Obbedienza al Papa e ai Vescovi, di cui è portavoce all’interno del Gruppo il Sacerdote Direttore Spirituale nominato dal Vescovo.
Preghiera con la Chiesa, per la Chiesa e nella Chiesa, con la partecipazione attiva alla vita liturgica e seriamente vissuta come vertice dell’intima comunione con Dio.
Riparazione mediante la partecipazione alle sofferenze di Cristo, secondo l’insegnamento di San Paolo.
Carità fattiva ed operosa a sollievo dei sofferenti e dei bisognosi come attuazione pratica della carità verso Dio.
I Gruppi di Preghiera hanno nel particolare carisma di preghiera di Padre Pio come un dono testamentario da vivere e da costantemente sviluppare. Mentre, però, accolgono i contenuti essenziali dell’esperienza del Fondatore, fanno nella Chiesa e con la Chiesa un cammino spirituale lungo i percorsi della Storia.
I Gruppi si muovono, alla luce dello Statuto, per realizzare una carità fattiva ed operosa a sollievo dei sofferenti e dei bisognosi come attuazione pratica dell’amore verso Dio.
La preghiera, quando è esperienza autentica di incontro con Dio, non è mai sterile e non si esaurisce nelle pratiche di pietà, anzi fiorisce in opere di carità verso il prossimo.
Papa Giovanni Paolo II, parlando ai Gruppi di Preghiera della vita spirituale incentrata sull’Eucarestia e la riconciliazione, afferma che tale “dinamismo non mancherà di tradursi in fattivo amore verso i fratelli, specialmente verso quelli che sono nella sofferenza e nel bisogno. Anche in questo Padre Pio vi è di esempio” (discorso del 1996).
Nello Statuto dei Gruppi di Preghiera all’articolo 2, leggiamo: “Gli aderenti ai Gruppi cureranno la loro formazione spirituale partecipando alle riunioni dedicate all’approfondimento della dottrina cattolica”.
Esplicito è anche l’invito di Giovanni Paolo II a curare la formazione cristiana dei Gruppi con una approfondita catechesi, presupposto per una coerente testimonianza di fede per le vie del mondo: “I vostri incontri di preghiera – ammonisce nell’incontro del 1998 – siano sempre occasione di approfondita catechesi e stimolo alla serena e coraggiosa coerenza cristiana”.
Cenni Storici
I Gruppi di Preghiera sono frutto del Ministero di Padre Pio.
Ai fedeli che andavano da lui Padre Pio raccomandava di pregare.
La preghiera costituiva il tessuto del suo insegnamento spicciolo di tutti i giorni, nel confessionale e con il suo esempio.
A poco a poco le anime da lui formate sentivano il bisogno di riunirsi per pregare in comune.
Dappertutto sorgevano così nuclei di fedeli collegati con la “Casa Sollievo della Sofferenza” che stava sorgendo, e che dava loro, attingendole dalla bocca stessa di Padre Pio, le prime regole per la loro corretta funzionalità.
Li guidava, li ammoniva, se necessario, correggendone la rotta.
Attenendosi scrupolosamente ai desideri di Padre Pio.
L’organizzazione
L’organizzazione dei Gruppi di Preghiera è molto semplice.
Basta un gruppo di fedeli che intenda riunirsi per pregare in comune, e un sacerdote che li guidi con l’approvazione del proprio Vescovo, per costituire un Gruppo di Preghiera, che si riunisca periodicamente, per lo più una volta al mese in un giorno sempre fisso, in una chiesa, per ascoltare la Messa, pregare, meditare, ascoltare la parola di Dio. Non ci sono regole speciali per queste riunioni.