Biografia e successiva intervista
Il futuro Cardinale Ernest Simoni è nato in Albania nella città di Troshan il 18 ottobre 1928.
Dopo le scuole regolari Ernest Simoni frequenta il liceo del Collegio francescano Illiricum.
Ordinato sacerdoteil 7 aprile 1956, per oltre sette anni ha guidato le parrocchie di Kabash, Pukë, Kukël, Gocaj, Barbullush, Mal i Jushit, Torovicë e Sumë.
Un’esperienza che ne ha formato il carattere e il dinamismo pastorale fino al 1948, quando il regime comunista di Enver Hoxha proclamando l’Albania “primo stato ateo del mondo” iniziò la persecuzione facendo chiudere il convento, espellendo tutti i novizi.
Dal 1953 al 1955 fu arruolato nel servizio militare obbligatorio.
Terminato il servizio, clandestinamente riprese gli studi teologici e il 7 aprile 1956 fu ordinato sacerdote.
Don Ernest fu arrestato dalle autorità comuniste il 24 dicembre 1963 mentre celebrava la Messa della Vigilia di Natale a Barbullush, con l’accusa di avere celebrato Messe in suffragio del presidente americano John Fitzgerald Kennedy assassinato pochi mesi prima.
Incarcerato e torturato viene confinato in una cella d’isolamento con una condanna a diciotto anni.
Ai suoi compagni di prigionia gli aguzzini hanno ordinato di registrare la sua “prevedibile rabbia” contro il regime, ma dalla bocca del sacerdote sono uscite sempre e solo parole di perdono e di preghiera.
È arrivata puntuale anche la condanna a morte, ma la sua pena è stata commutata in venticinque anni di lavori forzati prima nelle gallerie buie delle miniere di Spac e poi nelle fogne di Scutari.
Per oltre 25 anni non ha mai interrotto il suo ministero Sacerdotale celebrando di nascosto la S. Messa in latino, con le ostie cotte su piccoli fornelli che servivano per il lavoro e per il vino si serviva del succo di alcuni chicchi d’uva, riusciva così anche a distribuire le comunioni ai carcerati.
In questo periodo ha confessato gli altri carcerati, divenendo padre spirituale di alcuni di essi e non ha mai lasciato la recita del Rosario ogni giorno.
È stato definitivamente liberato il 5 settembre 1990.
Appena fuori dal carcere, ha confermato il perdono ai suoi aguzzini, invocando per loro la misericordia del Padre.
La nomina a Cardinale ha precisato: è un riconoscimento per tutti i martiri e i cattolici perseguitati nella sua terra.
Tra i quali c’è anche il primo cardinale albanese della storia, creato nel 1994 da Giovanni Paolo II: Mikel Koliqi (1902-1997), suo concittadino di Scutari e come lui a lungo imprigionato nelle carceri del regime, dove ha scontato ben trentuno anni di detenzione.
Secondo albanese a ricevere la porpora, il card. Simoni ha commosso il mondo e, in particolare, Papa Francesco quando, il 21 settembre 2014, nella Cattedrale di Tirana, ha raccontato davanti al Pontefice le violenze e le vessazioni subite per ventisette anni durante la dittatura comunista.
Da Papa Francesco creato e pubblicato Cardinale nel Concistoro del 19 novembre 2016, della Diaconia di Santa Maria della Scala.
Il 23 gennaio 2017 è stato intervistato dal giornalista Piergiorgio Greco.
Di seguito alcune domande poste da Piergiorgio Greco al Cardinale:
Lei non solo ha perdonato i suoi aguzzini ma è anche stato un portatore di pace tra le varie faide albanesi.
Che cos’è l’esperienza del perdono?
Il perdono è la più grande virtù.
Dove c’è perdono, odio e rancore spariscono e si perde la memoria del male e Dio che è l’Onnipotente trionferà.
Ma per avere la forza di perdonare bisogna convertirsi e pregare incessantemente.
Lei era stato condannato alla morte, secondo lei perché il Signore le ha permesso di sopravvivere?
Non è facile rispondere a questa domanda.
Io sono l’unico sacerdote che è sopravvissuto.
Dio ha i suoi piani e noi dobbiamo solo pregare e mortificarci.
Quanto è stata importante la fede e quanto la sua forza di volontà?
Solo la volontà del Signore può aiutare.
La carne è debole e Satana ripete costantemente che vuole distruggere l’umanità.
Dobbiamo ogni giorno pregare almeno un’ora al giorno e recitare il rosario per invocare l’aiuto della Madonna.
C’è stata un’occasione in cui ha detto “ora basta, non c’è la faccio”?
Ho sempre sentito che la grazia del Signore era con me.
Nonostante i suoi quasi 88 anni, ovunque la chiamano (anche in America) lei va e fa la sua testimonianza.
Cosa le dà questa forza?
Gli albanesi si trovano in tutto il mondo e spesso capita che mi chiamano e io vado.
La forza me la danno la Santissima Trinità e la Madonna.
Qual è stato il giorno più bello della sua vita?
Il 21 settembre 2014 a Tirana quando ho incontrato papa Francesco perché qui sulla Terra rappresenta Gesù.
Durante l’intervista c’erano delle parole ricorrenti sulla bocca del cardinale: amate Gesù, amate la Madonna, pregate, recitate il rosario e facendo questo riuscirete a essere dei testimoni credibili di Gesù.
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